Percorri insieme a noi la storia dell’Antico Mulino della Riviera, un gioiello di pietra e acqua.
L’origine del Mulino della Riviera è fatta risalire al XV secolo. L’epoca infatti è quella delle grandi realizzazioni delle opere di derivazione dell’acqua dal torrente Maira, all’interno del territorio marchionale circostante la cittadina di Dronero.
Esso fu oggetto di ampliamento in epoche successive, come testimoniato dalle differenti fasi costruttive chiaramente leggibili nella struttura. L’ampliamento principale del manufatto potrebbe essere segnalato da una scritta di difficile interpretazione e dalla data Lì 22 ag.o MVCCCLIX (22 agosto 1859), incise in un riquadro intonacato, sotto il portico di ingresso. Si riporta qui un primo resoconto redatto da G.Frosini, autorevole esperta di storia locale, con i dati emersi dalla ricerca negli archivi storici dei comuni di Dronero e Villar San Costanzo.
«...Le prime notizie certe compaiono nel 1809, anno in cui lungo il canale Comella è presente il “Moulin de la Riviera appartenent à la Casse d’amortissement”. Si era sotto il governo francese che aveva municipalizzato diversi beni, ecclesiastici o di famiglie nobili … Nel 1811, il 5 di aprile, il Morettino del Mulino da grano della Riviera avendolo acquistato dalla Caisse d’amortissement, aveva chiesto di ampliare l’edificio onde porvi una segheria (scie à bois) e di aggiungere una ruota sul canale. Il 31 agosto 1813 il Maire Cesare Ponza di S.Martino ... compila una sorta di questionario del territorio di Dronero e relative risorse, in cui fra i “moulins à blè et autre” cita il Mulino della Riviera di G.B. Morettino, dotato di tre macine. Un ordinato del comune di Villar datato 1819 permette al Morettino di aggiungere una ruota all’edificio del mulino a condizione che non prenda più acqua di quella stabilita, che non restringa l’alveo del canale, che si incarichi della “manutenzione dell’acqua del canale per una fuga do 8 trabucchi al di sotto del Mollino”.
A questo punto le notizie cessano e si slitta al 1908 quando Barbero Giuseppe fu Stefano, mugnaio, proprietario in Dronero, a valle delle vie della Riviera, espone che nel punto di incontro delle vie esiste un “acquedotto” che raccoglie le acque che scorrono da queste vie. Esso ha una sezione di luce troppo piccola e quindi, quando piove molto, l’acqua fuoriesce ed invade le vie che portano al mulino penetrando all’interno del fabbricato. Il Barbero chiede al Comune di provvedere in merito.
Nel 1915 lo stesso chiede al Comune lo spostamento di un pilastrino o paracarro in pietra posto a pochi metri dall’imboccatura della Via del Molino, a metà circa della via della Riviera (ora Via Caraglio), in quanto esso impedisce il passaggio dei carretti in uso che è di 1,20 m.
Nel 1919 troviamo Barbero Giovanni fu Giuseppe, figlio del precedente proprietario del Mulino della Riviera, mosso da forza idraulica, dotato di tre palmenti, che può produrre in media 10 quintali al giorno.
Nell’anno successivo però Il Barbero risulta proprietario del mulino di via Caraglio, dotato di quattro palmenti e chiede la riduzione delle tasse stante il fatto che per “scarsità d’acqua il mulino funziona saltuariamente”...»
Testi: Arch. Roberto Olivero (Cervasca)
consulente del progetto di ristrutturazione
Tratto dal libro: Macchine ad Acqua. Mulini in Valle Maira
di Roberto Olivero (Casa Editrice Libri della Bussola)


