La famiglia Cavanna ha sempre avuto un occhio di riguardo per le piccole realtà del cuneese. La forte volontà di valorizzare il territorio che li circonda li ha portati non solo ad utilizzare energia rinnovabile per il proprio mulino, ma anche a cercare materie prime provenienti quasi esclusivamente dalla provincia Granda. Questa scelta permette alla famiglia non solo di poter tenere sempre sotto controllo i metodi di produzione delle proprie materie prime, ma anche di garantire la loro freschezza e genuinità. "L'obiettivo è quello della filiera corta" afferma Andrea Cavanna "una strategia di produzione che magari non sarà economicamente redditizio come quella industriale, ma che sicuramente permette di creare un prodotto finale più salutare e gustoso, mantenendo un contatto diretto fra produttore e consumatore". Per questo motivo tutti i cereali macinati a pietra nell'antico mulino della Riviera provengono quasi esclusivamente dalla provincia di Cuneo: farro, grano, mais e orzo vengono acquistati da produttori del dronerese, del saviglianese e in particolare ad Alessandria, dove la terra è più fertile e ricca. L'unica eccezione è il grano duro "senatore Cappelli": questo particolare cereale, utilizzato in tutta Italia per la produzione di pane, pasta e pizza biologici, viene infatti acquistato in Calabria, dove viene coltivato nel parco nazionale della Sila. La scelta di acquistare il grano duro rispetto al kamut (un cereale le cui proprietà sono simili a quelle del "senatore Cappelli", ma che viene coltivato esclusivamente in Canada e Nord America) è dettata proprio dalla volontà da parte della famiglia Cavanna di comprare materie prime esclusivamente italiane.
Il metodo della filiera corta si traduce infine per la famiglia Cavanna anche nel contatto diretto con il consumatore. Per questo motivo spesso si partecipa a eventi folkloristici locali, come la festa del paese tenutasi il 12 agosto 2016 a Saretto dove, oltre a festeggiare la notte di San Lorenzo, ogni anno, dopo la messa, si organizza una vendita all'incanto il cui ricavato viene devoluto al comune per far fronte alle spese della borgata. Quest'anno, l'obiettivo di questa manifestazione, conosciuta anche con il nome di "Salviamo Saretto", era la messa a nuovo dell'antico forno, da poco tornato in funzione. All'asta hanno partecipato sia aziende locali, sia famiglie con prodotti caserecci e ovviamente la famiglia Cavanna che, con le sue farine macinate a pietra, è riuscita per prima a cuocere nell'antico forno un ottimo pane che è stato venduto all'asta per un eccezionale valore finale di 20 euro al kg.